Bisogna avviarsi verso una nuova cultura delle relazioni.
Non si può più rimanere chiusi nelle proprie case ed
aspettare che la crisi finisca come se fosse un miracolo.
Bisogna uscire di casa ed andare dal proprio vicino, e
chiedergli se può darti un limone o qualunque altra cosa.
Ovviamente, non sarà solo un chiedere ma gli dirai che sarai
felice di aiutarlo ogni volta sarà lui ad avere bisogno di te.
Prova e vedrai che le tue relazioni cambiano! A volte basta
un sorriso ed un atteggiamento di ascolto.
E se lui invece non si farà vedere? E se lui non ha bisogno
di nulla ?
Non ti preoccupare, siamo tutte persone diverse ed è giusto
rispettare il modo di essere degli altri.
Ma se tu hai ancora bisogno di lui chiamalo!
Così, con lo stesso sistema di cercare nuove relazioni è
nato un gruppo di persone “sparpagliate” per la città e fuori dalla città che
ci dimostrano la possibilità di una nuova cultura delle relazioni.
Questo tipo di relazioni si trovano negli eco-gruppi .
Spesso ho invidiato questi insediamenti ecologici concentrati su una porzione
di territorio naturale. Ma io non ho mai avuto la possibilità di farne parte.
Allora perché non creare un gruppo?
Pensiamo all’ambiente nel quale viviamo, al nostro
quartiere, alla nostra città ed immaginiamo che molto, se non tutto, o
forse di più (o in modo diverso) di
quello che caratterizza un ecovillaggio ideale possa essere realizzato anche
nell’ambiente urbano in cui si vive.
Molte possibilità di relazionarsi all’altro in modo diverso
si prestano perfettamente a questo nuovo gioco di relazioni.
Il car sharing o il car pooling,
il cohousing,
la MAg, gli orti urbani, i solar bikeport, gli uffici di
scollocamento, le reti di economia solidale,
le libere università, l’economia del dono,
Tutto questo può
trasformare una città urbana alienante ed avvilente in un’ associazione “eco “
, perché rispettosa dell’ambiente, delle sue risorse, e impegnata nella
riduzione dell’inquinamento; “gruppo” , perché l’atmosfera sociale ,
emozionale, affettiva che si viene a creare è tipica di un gruppo. Tutto ciò si
può realizzare con l’aiuto di una rete che ci mette in relazione . Senza
bisogno quindi di riunire le abitazioni, attività, servizi, che rimangono in
questo modo sparsi nel territorio.
Insomma, un’ottima possibilità per vivere molti dei vantaggi
di un ecovillaggio senza dover cambiar casa!
Questo è solo il nostro inizio come gruppo e speriamo che
qualcuno con noi faccia partire un’epoca degli eco-gruppi –urbani.
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