In
questa epoca di crisi sono molte le donne come me che cercano di arrangiarsi e
preparare in casa alcuni
alimenti diventati troppo costosi per il bilancio familiare ma
pensando anche a tutti gli additivi che ci mettono dentro per niente sani e
naturali.
Autoprodurre
è sì un buon modo per risparmiare ma
anche un modo per dare benessere alla famiglia. Il pane è senz’altro uno di
questi ma la pasta madre è comunque utile anche per preparare dolci di stagione
come panettoni, pandori o colombe o la buonissima torta di mele e amaretti
fatta l’altra sera ed ormai quasi finita.
La pasta
madre, detta
anche pasta acida, oltre che lievito naturale o lievito madre, nell’immaginario
collettivo è assimilato ad una sorta di blob appiccicoso, dal comportamento tanto
imprevedibile da spaventare chiunque.
Con una
buona dose di pazienza e comprendendo a fondo i meccanismi che ne regolano la
fermentazione, si può ottenere, in realtà, un buon composto, sano e attivo per
decenni.
La preparazione classica della pasta madre comincia da un
impasto acido spontaneo ottenuto con la lievitazione, innescata in un impasto
di farina e acqua: questo impasto deve essere lasciato acidificare spontaneamente,
permettendo così lo sviluppo di varie specie di batteri.
Ingredienti dell’impasto per preparare la pasta madre.
§ 200 gr
di pasta acida
§ 200 gr
di farina integrale o di manitoba tipo 0
§ 100 ml
di acqua tiepida
Per me è stato molto facile poiché mi è bastato farmene dare un
po’ (circa 200 gr. ) da un caro amico che aveva appena fatto il “rinfresco”. Si
capiva anche dal profumo, sprigionava un gradevole profumo d’aceto.
Ho preso quindi quel lievito madre e l’ho conservato in frigo per 5/6 giorni.
Ho preso quindi quel lievito madre e l’ho conservato in frigo per 5/6 giorni.
Trascorso
questo tempo, è necessario rinfrescarlo di nuovo, con la stessa procedura che
mi aveva spiegato il mio amico.
Ho pesato
l’impasto (200 gr.) e aggiunto la
medesima quantità di farina e il 50% dell’acqua indicata nelle dosi (100
ml)
L’ho lasciato
per 6 ore a temperatura ambiente, sempre ricoperto dal panno umido e dalla
pellicola, per poi riporlo nuovamente in frigo.
Per poter conservare il lievito madre negli anni, occorre ripetere per sempre il rinfresco ogni 5/6 giorni.
Ed anche questa autonomia è stata raggiunta.
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