venerdì

Riprendiamoci la nostra libertà … che si traduce anche in felicità del non comprare.!

Io sono una sostenitrice, a modo mio, di un certo stile di vita, e penso che non comprare cose inutili è un modo per votare, per esprimere un giudizio politico, etico, morale.
Questo è il mio modo di dire no alla corsa al consumismo compulsivo, risultato di una società che si annoia da morire.
Questo è il mio modo di dire basta a chi definisce se stesso una persona di valore in base al valore di cio' che compra.
E’ il mio modo di dire basta ad una società fatta di persone che comprano per passare il tempo, per placare l'ansia, per soddisfare desideri indotti, per sentirsi viva e libera.
Cerco quindi, passo dopo passo di proseguire il cammino della ricerca di eliminare le cose inutili da comprare. E’ ormai un anno intero, che ho l’obiettivo di acquistare il meno possibile.
E’ un giorno dedicato al “non acquisto”. Si decide per un giorno di non acquistare prodotti non di prima necessita, e di estendere questo giorno ad un anno intero. Un anno di non acquisto. Niente cose inutili ma anche niente libri, film, concerti e niente vino, ma anche niente cotton fiock.
Certo! Ti chiederai " Ma i cotton fiock sono un lusso o una necessità?”
Ma che lusso!... Sono una caz …zata (scusate volevo dire stupidaggine) .
 Insomma, si passa dal condivisibile obiettivo di staccarsi dalla mania ormai consolidata di concedersi il quotidiano acquisto inutile, giusto per il gusto o l'abitudine di farlo, all'estremo opposto.
Noi ex consumatori incalliti siamo arrivati alla necessità di mantenere fede ad un obiettivo:
“quello di non comprare”.
Già sto sperimentando questo nuovo stile di vita.
Sono passata da orgogliosa programmatrice dello sciopping, a trasformarmi  a tratti in una donna insicura e piena di complessi di inferiorità (faccio tutto questo solo per risparmiare? … ci credo veramente? ).
Si, perchè ci sono momenti in cui la mia  forza si trasforma in insicurezza, sotto la pressa del giudizio degli altri. Il fatto è che le persone sono talmente immerse nella convinzione di continuare ad essere consumatori incalliti e inconsapevoli che neanche si rendono conto di essere schiavi di un sistema che li obbliga a desiderare/comprare/consumare.

Quindi chiunque si ponga in modo critico davanti a questo assunto viene guardato con sospetto. E' un pazzo? Un reazionario? Un tirchio? Un poveraccio?

-         Si perchè non puo' esserci altra ragione se non compri.
Insinua la tua più cara amica.
-         Oppure  sei diventata una puritana.
Cerca di persuaderla l’altra, sempre dolce e cara amica del cuore che ti guarda con preoccupazione!
-         Tu cara Luigia ormai sei una di quelle che vedono nel non-acquisto i valori dell'austerità e della frugalità tipici di un certo cristianesimo di bassa lega, e lasciamelo dire è una cosa anche un po’ da squilibrati che si divertono  a criticare il mondo in cui vivono!
-         Cosa c'è che non va nel mondo in cui viviamo?
Mi chiedono entrambe con visibile ansia.
-         Ma si! Diciamolo pure tra noi che ti vogliamo bene: In questo sei una rivoltosa!
-         Se nessuno comprasse dove andremo a finire ? … lo dicono anche in televisione che l’economia gira in questo modo!
-         Per me… sei semplicemente una donna avara, una talmente attaccata ai soldi che dà motivazioni intellettuali per una scelta di dubbia moralità, ma in verità la tua è spilorceria, oppure sei semplicemente una che di soldi non ne ha quindi è inutile che ti  dia pena su come spenderli…
Certamente con delle amiche del cuore così un po’ di insicurezza ti viene!... oh no?

La speciale categoria di chi si rifiuta di comprare l'inutile

Bene, si da il caso che ci sia anche un'altra categoria oltre a quella descritta sopra dalle mie care amiche che è quella di cui sento di far parte anch’io  e non solo io.
Si tratta di un gruppo di persone che si sono stancate degli eccessi del lavoro full-time (lavoro, guadagno quindi spendo), degli stress della vita cittadina (guadagno quindi mi posso permettermi un appartamento in centro) e che decidono di fare un passo indietro, in molti modi diversi, ma tutti accomunati dalla ricerca di uno stile di vita meno dispendioso, meno dipendente dalle scadenze e dai doveri della società e quindi anche meno stressante.
Ho conosciuto persone che hanno venduto la loro casa e sono andate a vivere in campagna.
Riprendetevi i vostri soldi!!!
Persone che smettono di andare in macchina, altri che decidono di lasciare un lavoro full-time e si accontenta di uno stipendio inferiore in cambio di ore in più per godersi la vita. Non è necessario privarsi totalmente del potere di acquisto per capire quanto ne siamo condizionati inconsapevolmente, basta solo guardarci intorno per vedere l'orgia collettiva del consumismo, che ha sempre meno a che fare con il piacere e sempre di più con la schiavitù.
Ci hanno fatto credere che i soldi danno la felicità e noi ci siamo cascati!!

Ora in modo più consapevole riprendiamoci la nostra libertà … che si traduce anche in felicità del non comprare.!

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