martedì

Il nido vuoto

Teodora è una mamma di un ragazzo di 25 anni e che viene al gruppo genitori che io frequento.
Ricordo tutta la sofferenza che ci ha raccontato quando dopo una vita dedicata al suo unico figlio questo si allontana sempre di più, per motivi di lavoro (lui dice) , e da Bologna decide di andarsene in Inghilterra.
“Sento molto forte il sentimento dell’abbandono” .
Teodora, abbassa gli occhi e poi guarda lontano quasi a cercarlo con lo sguardo. Quindi continua :
“Spesso mi chiedo se vale la pena vivere passando tutto il giorno in quel negozio maledetto… ore ed ore insignificanti che trascorrono giorno dopo giorno fino a quando viene sera… Così sera dopo sera… vivo la mia vita insignificante… trascorrendo giornate perse a vendere canottiere o mutande a signore anziane, facendo sorrisi falsi e compiendo gesti inutili e stanchi, perché è così che devo fare se voglio vendere… Questa è la mia vita inutile… e d’altronde se non fossi occupata con la merceria, che cosa farei?. Me ne starei a casa tutto il giorno a letto … stanca… stanca di non fare niente!”.
“ Da quando senti così forte questo sentimento di tristezza perche la tua vita è così insignificante?”
“Da quando Alex se ne è andato all’estero… non telefona mai … non viene mai a trovarci … niente … ormai io e suo padre non esistiamo più … Vhà! bene! Ho capito che i tuoi figli non sono tuoi  ma li metti al mondo e li fai crescere ma poi loro devono fare la loro strada… ma dico io almeno una telefonata… ogni tanto… per dire – Mamma e papà sto bene ormai! Qui non mi annoio mai … e tu come stai ? – Invece niente!... ed io sento molto la sua mancanza anche perché Alex è il mio unico figlio e non è che andandosene lui io ho altri figli di cui occuparmi. Cosa faccio io adesso da sola? … Aspetto di morire? … Non mi resta altro da fare che attendere che il Signore mi porti via …”. .. e con il fazzoletto che continuava a stropicciare in mano si asciuga gli occhi lucidi di pianto ed alza la testa quasi a voler allontanare quel momento di tristezza.
Siamo tutti in silenzio ad ascoltare quelle parole così piene di significato.  Parole di una mamma che mette a nudo i propri sentimenti.
“Cara Teodora” interviene Luisa,
“Anche a me è successo la stessa cosa… Pensa che io trascorrevo del tempo nella cameretta di Elena (mia figlia) per sentirmi più vicina a lei.
Anch’io ho sentito la mia vita inutile, e piangevo ed a volte ero così angosciata fino al punto da non desiderare vedere amici o andare al lavoro.
Parlare dei miei sentimenti, e ritrovare tutti quegli aspetti positivi che una maggiore libertà può offrire è stato molto importante per me. Nel frattempo, è importante continuare a frequentare gli amici, avvicinarsi al proprio partner, riscoprire interessi messi tempo prima nel cassetto perché questo è il nostro compito di madre.”
Poi Donatella chiede la parola “Ma i figli non sono tuoi, Teodora, i figli li metti al mondo ma non ti appartengono… li devi lasciar andare per la loro strada” .
“Sì, ma trascorri un’intera vita per accudirlo, poi seguirlo negli studi, e poi cercare di aiutarlo a superare quel periodo di adolescenza che è stato così complicato o addirittura tragico… ed ora dopo tutto quello che è stato… un’intera vita dedicata a lui … ora non telefona più e ci vediamo due volte all’anno … quando va bene!. .. Perché comunque Alex è fondamentalmente egoista.”
“ Ed io” riprende Luisa “ora per colmare questa solitudine cerco di sviluppare amicizie, hobby,  e  opportunità di dialogo e scambio di opinione come queste . Per me infatti è molto importante venire qui nel gruppo considerando anche che, mentre eravamo ancora tutti sotto lo stesso tetto, abbiamo messo da parte un po’ di denaro da spendere solo per gratificare e “coccolare” sia me che mio marito (viaggi, piccoli regali…) nel momento in cui saremmo rimasti soli. .. e così è stato. Perché immancabilmente poi succede naturalmente avendo la fortuna di arrivarci!.

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