lunedì

Spazio agli orti collettivi: così la decrescita sarà felice

 

MARANO. Si sta diffondendo questo nuovo sistema di coltivazione Badalini: «L'obiettivo è avvicinarsi a uno stile di vita che favorisca l'auto sufficienza alimentare»
 Il Movimento per la Decrescita Felice di Verona, sull'esempio di altre zone italiane, ha avviato la prima esperienza di orti collettivi. «Tutto è cominciato quando ho deciso di insegnare alle mie figlie a coltivare l'orto in località Girotto, sopra Marano», racconta Francesco Badalini, ideologo contadino e promotore dell'iniziativa, che vive a Marano. «Quindi sono cominciate ad arrivare le compagne di scuola, nonni e genitori per coltivare o passare piacevoli momenti sotto i ciliegi o camminare in mezzo ai boschi. «Dopo la manifestazione "Naturalmente Verona", il movimento presentando un questionario ha visto che molte persone erano interessate al lavoro collettivo nell'orto».
Sono state fatte conferenze per presentare il progetto ed è nato così un programma di incontri, ogni ultimo venerdì del mese: alle 19 una tavola rotonda dei gruppi di attivazione degli orti collettivi, alle 20 l'assaggio dei piatti realizzati dai partecipanti, poi film a tema con dibattito o conferenza sulla salute. L'ultimo incontro si è svolto nella sede dei Comboniani, a Verona. Le persone che aderiscono all'iniziativa sono un centinaio, ma il gruppo si sta allargando. In progetto c'è anche una fungaia in una grotta messa a disposizione ad Avesa e la produzione di erbe officinali sia sul monte Crocetta e in un terreno a Parona; a Pescantina è stato invece salvato un pescheto.
 I nuovi orti sono ormai una quindicina, dislocati in varie aree di tutta la provincia. Ogni orto ha un «magister agricola» in grado di insegnare e avviare il gruppo, che ha referenti e ruoli interni differenziati per il buon funzionamento delle micro-comunità. Alcuni, ad esempio, sono incaricati di trovare materiale di riuso per le staccionate anti-cinghiali, altri si occupano delle sementi, chi di trovare un trattore. Le spese sono limitatissime e i prodotti raccolti si dividono. «L'obiettivo», spiega Badalini, «è raggiungere o avvicinarsi a uno stile di vita che favorisca l'autosufficienza alimentare. Nel gruppo sono presenti persone con competenze specializzate, ad esempio una naturopata, due fitoterapisti con laboratorio di trasformazione, periti agrari, esperti in orti sinergici.
Ma non è tutto: dal progetto principale stanno nascendo idee e sottogruppi. Una delle idee già in fase attuativa è il lavoro sociale per soggetti svantaggiati e il lavoro tematico sulla relazione, avviato da due orti del circuito. Un'altra, in fase iniziale, è la costruzione di una casa in terra cruda, che diventi centro di attività legate all'artigianato e non necessita di elettricità. L'iniziativa degli orti sta creando l'idea parallela di fattoria polifunzionale utilizzando terreni non usati dai proprietari, che li mettono a disposizione. Un' idea questa che, se realizzata, creerà anche occupazione a basso impatto ambientale: ciò che occorre oggi per contrastare la disoccupazione. Insomma è un mondo da scoprire, zappa in una mano, computer nell'altra».
 Per informazioni rivolgersi al presidente, Francesco Badalini, tel. 340 4915732 ohttp://ortorto.blogspot.it/
G.G.

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